sabato 20 luglio 2013

Poeti e polli (quasi) maledetti

Petto di pollo all'anice in salsa di mele




L'assenzio. Una  ispirazione - per la pittura e la poesia - ma, soprattutto, una rovina, nella Francia di fine Ottocento.
Un liquore così dannoso che lo Stato Francese nel 1915 ne proibì uso e commercializzazione, seguito a ruota dalla maggior parte dei paesi europei, tra i quali, nel 1931, l'Italia.
E tutto per colpa di una cattiva fama, alimentata dalla comparsa sul mercato di opere d'arte e di poesia, che ne celebravano la facoltà di provocare allucinazioni - nonché dalla grande diffusione, che lo vide causare fenomeni di dipendenza e gravi forme di etilismo. 

Pare che questi fenomeni - che fecero sì che venisse messo al bando - fossero in realtà dovuti alle droghe di contorno di cui facevano uso in abbinamento gli artisti dell'epoca - Baudelaire, Hemingway, Rimbaud, Verlaine, Degas, Picasso, giusto per citarne alcuni - e che le forme di dipendenza che provocava non fossero in realtà diverse da quelle causate dall'abuso di altri alcolici; ma questo fu lo spunto, per le case produttrici di altri tipi di superalcolici per eliminare la concorrenza del liquore che, in quegli anni, assorbiva la maggior quota di mercato, con un consumo stimato essere all'epoca di 20.000 litri al giorno. Per giungere, negli anni immediatamente precedenti alla prima guerra mondiale, alla quota di 220.000.000 di litri di assenzio venduti nella sola Francia.

E così la principale casa produttrice dell'assenzio, la Pernod - che, ad opera di Henri-Louis Pernod aveva per prima, nel 1805, sviluppato industrialmente la ricetta originale messa a punto a Couvet in Svizzera nel 1792 dal medico Francese Pierre Ordinaire - decise di differenziare la produzione con il lancio sul mercato all'inizio degli anni '20 di un liquore analogo ma a base di anice, un pastis - ossia una bevanda all'aroma di anice - che da lei prese il nome di Pernod.

E per quanto riguarda l'assenzio? Il consiglio europeo, con la direttiva 22/06/1988 lo ha finalmente depenalizzato, consentendone il commercio e l'Italia, a seguire, ne ha liberalizzato il commercio nel 1992.

La ricetta di oggi prende spunto dagli ingredienti trovati in dispensa, tra cui una bottiglia di liquore di anice, ideale compagno degli aperitivi estivi; nulla vieta, tuttavia, ad animi più tormentati, la sperimentazione della medesima con l'utilizzo di assenzio...

per 4 artisti 
(più o meno maledetti)

500 gr petto di pollo tagliato a pezzi
4 mele
2/3 carote
1 cipolla
1/2 litro di vino bianco
1 bicchierino di liquore di anice
semi di anice
1 cucchiaio d'olio
farina per impanare
sale qb

In una pentola antiaderente far rosolare il pollo leggermente infarinato in un cucchiaio (o due) di olio evo.
in una pentola capiente mettere a stufare la cipolla e le carote affettate finemente e, dopo 5 minuti aggiungere le mele tagliate a pezzi e metà del vino utilizzato per la marinatura. Completare la cottura e frullare con il mixer ad immersione, in modo da ottenere una crema omogenea. Aggiungere il pollo, il vino rimanente e  i semi di anice  - e, eventualmente, ancora un po' di liquore e terminare la cottura. Servire caldo.

4 commenti:

zia Consu ha detto...

wow, questi artisti hanno avuto davvero un ottimo piatto..anche senza assenzio questa ricetta fa "viaggiare"..complimenti!
la zia Consu

Anonimo ha detto...

Complimenti davvero, sembra squisito, proverò' a cimentarmi in questa ricetta anche io!!!
Grazie !!!

la cuoca cialtrona ha detto...

si, provala, è particolare...non nel senso di incommestibile, ma di diversa dal solito ;)))

la cuoca cialtrona ha detto...

ebbene...sì! Grazie!

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