sabato 22 dicembre 2012

La notte di Natale del 1843

Christmas pudding, il tipico dolce del Natale in Gran Bretagna




1843
E' la notte di Natale, a Londra, e tutti si apprestano a festeggiare...
Tutti?
Tutti all'infuori dell'arido, tirchio e misantropo finanziere Ebenezer Scrooge che, incurante della sacralità della festa e degli appelli dei suoi giovani parenti perché si unisca a loro per festeggiare, si appresta ad andare a letto. Senonché anch'egli, durante la notte, pur non avendo fatto inviti, sarà oggetto della visita di quattro conoscenti; lo spirito del suo defunto amico e collega Jacob Marley e dei Natali del passato, del presente e del futuro. Tutti comparsi per mostrargli, a turno, gli errori che lo hanno condotto, nel corso della sua vita, a trasformarsi in un vecchio solitario e misantropo e ad ammonirlo a cambiare atteggiamento finché ne ha l'opportunità.


Il fantasma di Marley, illustrazione di John Leech

Il giorno seguente Ebenezer, risvegliatosi dai suoi incubi, scopre che il Natale è finalmente arrivato; memore degli avvertimenti ricevuti manda a comprare il più grosso tacchino in vendita per regalarlo al fedele dipendente Bob Cratchit maltrattato nei giorni precedenti, quindi, sbarbato e ripulito, esce per strada salutando tutti con affabilità e facendo donazioni ai poveri per poi presentarsi alla casa del nipote per trascorrere il più bel Natale della sua vita.
E, da quel momento, avendo appreso la necessità di curarsi del benessere degli altri per poter vivere bene con se stessi, diventa una persona molto amata, trovando infine anche la pace dell'anima...

Canto di Natale (A Christmas carol), romanzo breve scritto da Charles Dickens nel 1843, è il primo e più famoso della serie dei Libri di Natale (The Christmas Books); ad esso seguiranno infatti Le campane (The Chimes, 1845), Il grillo del focolare (The Cricket on the Hearth, 1845), La battaglia della vita (The Battle for Life, 1846) e Il patto col fantasma (The Haunted Man, 1848).


Il terzo visitatore di Scroodge, illustrazione di John Leech

Il romanzo - che per struttura e argomento è stato dalla critica assimilato alle morality play, le rappresentazioni medioevali aventi per argomento la supremazia delle virtù sul vizio - è in effetti un dramma, dove ogni apparizione si manifesta per la durata di un atto.
Sempre sulla falsariga di altre opere teatrali e letterarie della lettura inglese - dal Macbeth di Shakespeare ai romanzi gotici di Anne Radcliff e Horace Walpole - è la rappresentazione delle scene in cui compaiono gli spettri.


La sua semplicità, il suo collegamento a tematiche così vicine alla sensibilità popolare anglosassone nonché il riferimento a tematiche di attualità, ne fecero immediatamente un grande successo  editoriale, tanto che nel Natale del 1843, a breve distanza dalla sua apparizione nelle librerie, raggiunse le 6000 copie vendute, cifra eccezionale sia per l'epoca che per la lussuosa edizione del libro, uscito, per i caratteri della Chapman and Hallin una preziosa rilegatura di velluto rosso a bordi dorati dalla con le illustrazioni di John Leech, vignettista della rivista satirica Punch.

Un enorme successo, soprattutto se si pensa che la pubblicazione avvenne durante i cosiddetti Hungry Forties (gli anni '40 della fame), periodo economicamente e socialmente molto difficile, non solo per la Gran Bretagna, ma per tutta l'Europa, che culmineranno nel 1848 in vari moti insurrezionali e nella pubblicazione - proprio a Londra - del Manifesto del partito comunista di Marx ed Engels. 
Anni che videro, in Gran Bretagna, la promulgazione di leggi e provvedimenti per tentare di sanare il problema della povertà, quale la discussa Poverty Law - proprio da Dickens pubblicamente contestata, come provvedimento che invece di combattere la povertà l'accentuava sanzionando lo sfruttamento minorile nelle fabbriche - e la nascita di enti e società  filantropiche e di volontariato.

Nonostante, o forse proprio per dimenticare le difficoltà del presente, fu proprio in quegli anni che si diffuse la tradizione di festeggiare il Natale con maggiore partecipazione, con la diffusione della tradizione di addobbare la casa con l'albero di Natale, diffusasi anche grazie all'intervento del principe consorte Alberto di Sassonia Coburgo, che introdusse dal suo paese natale, la Germania, alla corte inglese l'usanza dell'albero di Natale; è passato alla storia quello alto quattro piedi fatto da lui allestire nel 1848 al castello di Windsor, sui quali effetti la regina Vittoria ebbe a scrivere nel suo diario: "Today I have two children of my own to give presents to, who, they know not why, are full of happy wonder at the German Christmas tree and its radiant candles… [The Christmas tree] quite affected dear Albert who turned pale, and had tears in his eyes, and pressed my hand very warmly." Oggi ho due figli miei ai quali fare i regali che, anche se non sanno perché, sono pieni di gioia e meraviglia per l'albero di Natale tedesco e la luce delle sue candele ... [L'albero di Natale] ha molto emozionato anche il caro Alberto che, pallido e con le lacrime agli occhi, ha stretto forte la mia mano nella sua.


                                       L'albero di Natale del Principe Alberto, stampa popolare inglese del XIX secolo

Nell'arco di due decadi, grazie anche alla pubblicazione di Canto di Natale - nonché all'enorme albero allestito al Crystal Palace nel 1851, l'usanza di addobbare l'albero di Natale si diffuse in tutta la Gran Bretagna. Per quanto riguarda le vivande consumate durante la cena di Natale, pare sia sempre dal XIX secolo che si diffuse l'uso di concludere la cena con il Christmas pudding.

Il pudding di per sé è piatto tipico della cucina inglese, che però deriva le sue origini - nonché il nome - dal termine latino botellus (salsiccia) da cui i termini boudin e budino; durante il medioevo ai budini di carne (salsicce e sanguinacci) vennero ad aggiungersi i budini bianchi composti quasi completamente di cereali, sugna e briciole di pane, aromatizzati anche in versione dolce; la presenza di piccoli forni incorporati nella canna fumaria nel XVI secolo fece sì che questi piatti diventassero molto popolari, per facilità di preparazione e possibilità di lunghi tempi di cottura a temperature non troppo elevate; un'ulteriore evoluzione si ebbe nel XVII secolo, con l'invenzione delle sacche in tela per il pudding.
In realtà pare che il pudding possa anche essere derivato dal frumenty, una sorta di porridge (semolino) di grano che veniva arricchito, nelle occasioni di festa con frutta, vino o birra. Che, nel corso del tempo, e con la diffusione della cottura in panni, si sia compattato fino a raggiungere l'odierna consistenza; ma, per un paio di secoli, queste due forme, una più liquida, l'altra più solida abbiano convissuto pacificamente.


Cottura del pudding di Natale, illustrazione inglese del XIX secolo

Bandito dalla tavola dai Puritani nel 1660 per i suoi ingredienti considerati troppo lussuosi, il budino tornò in auge durante il regno di Giorgio I, noto anche con il soprannome di re Pudding, perché pare che avesse richiesto che il plum pudding fosse servito fra le vivande del pranzo reale quando , giunto da Hannover, festeggiò il suo primo Natale in Inghilterra alla sua ascesa al trono nel 1714; ed è proprio nel XVIII secolo che si diffuse l'usanza di arricchire i budini con frutta, confetture o spezie.
Ricette dei pudding dell'epoca si trovano nel libro di John Nott, cuoco del duca di Bolton, The Cooks and Confectioners Dictionary, Or, The Accomplish’d Housewifes Companion, By John Nott, Published by Printed for C. Rivington at the Bible and Crown, in St. Paul’s Church-yard, 1723


John Nott, The Cooks and Confectioners Dictionary...., 1723, frontespizio

Il nome plum fa riferimento all'originaria  presenza di prugne nell'impasto, che venne poi sostituita dall'uva e dalle spezie. 
Intorno a questo dolce divenuto così popolare già nel XVIII secolo fiorirono tradizioni e superstizioni che divennero lo spunto per numerose stampe popolari: dall'abitudine di far mescolare il budino a tutti i membri della famiglia - utilizzando apposito cucchiaio di legno speciale in onore del presepio - sempre però in senso antiorario e con gli occhi chiusi, esprimendo in segreto un desiderio...



Mescolando il pudding di Natale, illustrazione del 1876

...all'inserimento, all'interno dell'impasto, di monete d'argento e, secondo alcuni, anche altri piccoli oggetti, tradizione poi trasferitasi, in età vittoriana,  nelle torte di nubilato; monete d'argento come simbolo di ricchezza - in pezzi da quattro o sei pence, usanza poi venuta in disuso per motivi igienici quando si sostituì il rame all'argento nel conio -  un piccolo quadrato per la fortuna, un ditale d'argento per la parsimonia, un anello per il matrimonio, un'ancora per un amore fedele, un giglio per la prosperità, una chiave per il successo, un cuore per l'amore, un bottone per il nubilato e così via. 

E anche la tempistica della preparazione ha, per tradizione, regole da rispettare: la preparazione del pudding (e altre torte di Natale) deve essere completata l'ultima Domenica prima dell' Avvento, tempo minimo previsto per la necessaria stagionatura prima di essere consumate.

E poi un ultimo tocco, prescritto per tradizione: la decorazione della cima del pudding con un ramoscello di agrifoglio, le cui bacche rosse danno un tocco di colore beneaugurale (e aiutano anche a nascondere eventuali problemi nello sformare il medesimo...) 

Ma ecco come si prepara il Christmas plum pudding secondo la ricetta la ricetta che, in tutti i siti inglesi, è citata come la più classica, tratta dal libro Mrs Beeton’s Book of Household Management pubblicato nel 1861 come collezione degli articoli scritti dal 1859–1861 per il The Englishwoman’s Domestic Magazine. da Isabella Mary Mayson Beeton



Isabella Beeton, Mrs Beeton’s Book of Household Management, 1861, frontespizio


1861: Il Christmas Plum Pudding di Mrs Beeton

Nota: una libbra corrisponde circa a 450 grammi; tra parentesi le modifiche apportate alla ricetta

Ingredienti. - l ½ libbre di uva, ½ kg di uva passa, ½ kg di buccia mista (frutta candita), ¾ kg di mollica di pane, ¾ lb di sugna  (o burro), 8 uova, 1 bicchiere di brandy.

Preparazione - Tagliare a metà, senza separarli, i chicchi d'uva e privarli dei vinaccioli, mettere in ammollo fino a che non rinviene e asciugare l'uva passa, tritare finemente il grasso, tagliare la buccia candita a fettine sottili, e sbriciolare il pane in finemente. Quando tutti questi ingredienti secchi sono preparati, mescolarli bene insieme, poi inumidire il composto con le uova, che devono essere ben sbattute, e il brandy, mescolare bene, in modo da amalgamare bene insieme ogni cosa, poi premere il budino in uno stampo imburrato; legare saldamente con un panno infarinato, e far bollire per 5 o 6 ore. 
Il composto può anche essere bollito in un panno senza stampo, con lo stesso tempo di cottura.
(Mettere a cuocere in forno, in uno stampo a bagnomaria, o analogamente in una pentola a pressione, riducendo i tempi di cottura; il pudding è pronto quando assume il caratteristico colore bruno scuro)
Dal momento che il Christmas pudding viene di solito preparato un paio di giorni prima di essere consumato, quando si solleva il budino dall'acqua, va immediatamente appeso, e posto a scolare sopra un piatto per raccogliere l'acqua che potrebbe scaricare. 
(Con la cottura a bagnomaria il pudding deve essere solo sformato)
Il giorno in cui si mangia va scaldato a vapore per almeno 2 ore, quindi va fiammato e servito con salsa di brandy. Il giorno di Natale di solito si pone al centro del budino un rametto di agrifoglio e si versa intorno ad esso un bicchiere di brandy  che, al momento di servire, va acceso, portando in tavola il budino avvolto dalle fiamme.

Tempo di  cottura: 5 ore per la preparazione;. 2 ore il giorno in cui viene servito.
Costo medio , 4s.
Sufficiente per uno stampo per 7 o 8 persone.
Stagionale il 25 dicembre, e su varie occasioni di festa fino a marzo.
Nota. - Cinque o sei di questi budini possono essere preparati in una sola volta, in quanto non mancherà di mantenersi per molte settimane, e nei casi in cui arrivino ospiti inattesi, sarà già quasi pronto, in quanto richiede solo di essere riscaldato.




Charles Dickens, A Christmas Carol, 1843, Frontespizio


"Ma ora, mutati i piatti dalla signorina Belinda, la signora Cratchit uscì sola - tanto era nervosa da non voler testimoni - per prendere il bodino e portarlo in tavola.
E se il bodino non era a tempo di cottura! e se si rompeva nel voltarlo! e se qualcuno, di sopra al muro del cortile, se l'avesse rubato mentre di qua si facea tanta festa all'oca! I due piccoli Cratchit si fecero lividi a quest'ultima supposizione. Ogni sorta di orrori furono immaginati.
Olà! questo sì ch'è fumo! il bodino è fuori della casseruola. Che odor di bucato! È il tovagliolo che lo involge. Un certo odore che è tutt'insieme di trattoria e del pasticciere accanto e della lavandaia che sta a uscio e bottega! Questo poi era il bodino. In meno di niente, ecco entrare la signora Cratchit, accesa in volto, ma ridente e gloriosa, col bodino in trionfo, simile a una palla di cannone chiazzata, liscia, compatta, ardendo in un quarto di quartuccio d'acquavite in fiamme, e con in cima bene infisso l'agrifoglio di Natale.
Oh, un bodino stupendo! disse Bob, gravemente, ch'ei lo riguardava come il massimo trionfo della signora Cratchit dal matrimonio in poi. La signora Cratchit, liberatasi ormai di quel gran pensiero, confessò schiettamente di essere stata un po' in dubbio sulla quantità della farina. Ciascuno disse la sua, ma nessuno osservò o pensò che un bodino di quella fatta fosse scarso per una famiglia numerosa. Questa sarebbe stata un'eresia bell'e buona, e l'ultimo dei Cratchit ne avrebbe arrossito fino alla radice dei capelli."Charles Dickens, Cantico di Natale, trad. di Federigo Verdinois, Ulrico Hoepli editore, 1888


Leggere on line Canto di Natale di Charles Dickens





Il Christmas pudding di Mrs Beeton nell'illustrazione tratta dell'edizione del 1890

Leggere on line Mrs Beeton’s book of Household Management di Isabella Mary Mayson Beeton

http://www.mrsbeeton.com/

Siti interessanti di cucina e letteratura anglosassone


http://foodhistorjottings.blogspot.it/2012/02/pudding-king.html


“Pensate alle gioie presenti - ognuno ne ha molte - non alle disgrazie passate - tutti ne hanno qualcuna.
Riempite di nuovo il bicchiere con volto radioso e cuore pago. Mi ci gioco la testa che il vostro sarà un Natale allegro e un anno nuovo felice”
Charles Dickens

6 commenti:

Patti Patti ha detto...

Io adoro questa favola!!! Ti auguro di passare feste gioiose e serene con i tuoi affetti più cari! Un bascio!!

la cuoca cialtrona ha detto...

Grazie carissima! Auguri di cuore a te e tutti gli abitanti del castello!!!

Tamtam ha detto...

ciao sono Tamara, ti ho vista su google+ e sono venuta a trovarti, adoro Canto di Natale, vuoi perché i miei figli hanno fatto e rifatto a scuola le recite, il libro i film della Disney e poi mi piace, e poi il plum pudding...delizia divina, l'ho fatto il natale passato, ho lavorato molto ma il risultato è stato ottimo e qualche giorno prima di questo natale l'ho ripostato e ha avuto ancora tante visite, è un dolce ottimo e incuriosisce, ti saluto...alla prossima

archcook ha detto...

Grazie per aver partecipato, davvero una bella storia!

la cuoca cialtrona ha detto...

Grazie a te per tuo contest, così festaiolo e natalizio!
...e auguri per l'anno appena iniziato!

Pecorella di Marzapane ha detto...

Ciao Valentina, bellissimo post e buonissimo dolce: adoro i dolci, e le ricette in genere, della tradizione sia nostra che di altri popoli! Grazie per la tua partecipazione al mio contest e buon anno,
Tiziana

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