mercoledì 14 marzo 2012

Batticarne di vetro Decò





Signore e Signori - Ladies and Gentlemen - è con vero piacere che oggi vi presento un oggetto che, oltre che dalle cucine, sembra scomparso dall'iconografia:

IL BATTICARNE DI VETRO!

Questo raro esemplare è giunto fino a noi, tramandato attraverso almeno tre generazioni, in linea trasversale: pare che originariamente fosse delle prozie di mio padre - che però non è detto che non l'abbiano a loro volta ereditato - e, dopo un transito nella cucina della nonna Teresina sia passato in quella di mia madre, per giungere fino ai pronipoti.
Notino, gentili Signori, le ottime condizioni di conservazione del pezzo; apprezzino la trasparenza del materiale, e la perfetta definizione delle forme in base alla funzione: il manico ergonomico, con le rastremazioni orizzontali sul fusto realizzate per garantire una presa perfetta, il dolce dispiegarsi della curva del manico a formare un tutt'uno con la pressa, realizzando un oggetto strutturalmente coeso, funzionale e nel contempo indistruttibile.
L'attrezzo, tuttora in uso, non solo svolge infatti egregiamente il compito per il quale è stato costruito - quello appunto di battere le fette di carne per renderle più morbide e sottili, e anche, all'occorrenza, di sbriciolare gli amaretti per i ripieni - ma costituisce di per sé un pezzo d'arredo, un vero e proprio object d'art che abbellisce la cucina facendo bella mostra di sé sul pensile.
Trattasi tuttavia di un oggetto in via di estinzione, appartenente probabilmente all'età del vetro, ossia l'era posta tra quella dell'utilizzo del legno e quella dell'uso del metallo per la costruzione di utensili da cucina, nelle remote epoche in cui ancora non era diffuso l'uso della plastica, elemento che porta presumibilmente la sua datazione agli anni '40 del secolo scorso; forse addirittura anteriore, per la forma che riecheggia ispirazioni decò.

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