martedì 6 dicembre 2011

Alla fiera di Santa Caterina 2011

Ricotta al forno con mele e cannella
Amaretti fritti 





Come ogni anno a partire, per editto di Amedeo VI di Savoia, dal 1365, a Rivoli, ridente cittadina della provincia di Torino, la settimana scorsa si è svolta la fiera di S. Caterina.
La fiera, che si svolge il quarto lunedì di novembre, in prossimità della festa della Santa, è in verità la più importante fiera bovina del Piemonte; e infatti si svolge durante il periodo in cui gli animali vengono per tradizione ricoverati nelle stalle, come dice un antico proverbio.
Alla fiera di santa Caterina si possono dunque trovare - oltre ad alcuni esemplari rimarchevoli di fauna regionale che sembrano usciti dai dipinti medievali delle pievi locali - mucche, trattori, falcetti, calzettoni di lana, coperte militari, scale di legno, paioli di rame, piante da frutto, caldarroste, salviette per la pulizia resistenti al fuoco, sedie impagliate, scope di saggina, tagliaverdura, pentole antiaderenti, scarpe e vestiti (per lo più prodotti in Cina), sciarpe, maglioni andini, scovoli per damigiana, coltelli e cappelli…
e ancora: tome “Scapoire” dal Piemonte, pasta di mandorle dalla Sicilia, porchetta dall’Umbria, verdure sottolio dalla Puglia, noci dalla Campania, torroni bomboloni croccanti, miele e propoli, torte e…brocanterie delle associazioni di volontariato.

Ovviamente è un’occasione imperdibile, a un mese esatto da Natale per cominciare a fare i primi acquisti; e infatti quasi nessuno la perde, sia a Rivoli che nei dintorni, vuoi perché si tratta di una piacevole tradizione, che anticipa l’atmosfera del Natale, vuoi perché il mercato attraversa quasi tutta la città bloccando buona parte delle attività.
E anche per me è ormai diventata un’abitudine andarci con le amiche le quali, anche se inizialmente si erano mostrate un po’ scettiche…ora sono le prime a proporre di organizzare.
Tra le fedelissime Laura e Manuela, anche se quest’anno la prima, che sembrava essere la più entusiasta, è stata cooptata ed è dovuta andare via per lavoro.
Quindi, alle luci dell’alba…beh, non proprio, diciamo alle otto e mezza, che comunque è l’ora in cui a S. Caterina si cominciano a montare i banchi, anche perché normalmente fa piuttosto freddo, (e ricordo molti anni in cui ha piovuto o nevicato), Manuela e io ci siamo avviate per il nostro giro tradizionale.

Non sto a tediarvi con i nostri acquisti…vi dico solo che, stanche ma soddisfatte, e piuttosto affamate, ci siamo infine avviate verso casa mia per pranzare.
La mia amica Manuela è vegetariana per cui prevedendo di arrivare tardi a casa avevo preparato il giorno prima torte salate e dolci (ai finocchi e alla zucca), zuppa di cipolle e una ricotta al forno con mele e cannella, che è particolarmente piaciuta a Manuela.
In effetti si tratta di un piatto semplice da preparare ma d’effetto, che si può mangiare sia come piatto dolce che salato… o ambedue.

Per una forma di ricotta:

500 grammi di ricotta
una mela piuttosto grossa
cannella in polvere
olio q.b.

In una vaschetta piccola di alluminio usa e getta ben oliata, mettere uno strato di ricotta schiacciandola con la forchetta, uno strato di mele tagliate a piccoli pezzi, una spruzzata di cannella; procedere facendo ancora uno o due strati , terminando con uno strato di ricotta. Pressare bene il composto, livellarlo, e metterlo in forno. Cuocere a circa 200 gradi fino a che non si sarà rappreso per bene. La cottura è comunque piuttosto lunga perché la ricotta è formaggio molto acquoso…diciamo che fate in tempo a fare due infornate di torte…
Si lascia riposare e si consuma quando è fredda; si conserva in frigo.

La ricotta al forno si presta a essere preparata con ingredienti differenti, dal classico abbinamento  con le pere a quello coi frutti di bosco, come fanno alcune gastronomie del centro di Torino.
Per la presentazione…ma anche per l’abbinamento dei sapori ho deciso di fare qualche amaretto fritto – uno dei tanti fritti che compongono il classico fritto misto alla piemontese, dalla preparazione semplicissima:

una decina di amaretti secchi
una tazzina di latte
un uovo sbattuto
olio

si bagnano bene, ma non fino a farli diventare troppo molli, gli amaretti nel latte, si scolano e si immergono nell’uovo sbattuto; poi si friggono nell’olio bollente e si scolano su carta assorbente.

L’abbinamento, oltre che coreografico, è molto buono, soprattutto con l’accompagnamento di miele e, per gli amanti del gusto dolce/salato, con un pizzico di sale…anche Manuela ha apprezzato.

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